martedì 21 gennaio 2014

Gli stridoli o carletti, bubbolini, coietti, cannateddi, foje, scupitin, grisolon

Gli strigoli o stridoli detti anche carletti, cananteddi, foje, bubbolini, coietti,  scupitin, grisolon

La Silene vulgaris, pianta spontanea comunissima in Italia, conosciuta con molti nomi diversi (stridoli, cannateddi, bubbolini, ecc.) possiede da sempre una vasta tradizione alimentare emerita certamente un posticino nel nostro orto.

E’ una pianta perenne con fusti eretti alti da 25 a 80 cm. Le foglie sono di colore verde-grigio, opposte ed ovali. Solo quelle inferiori hanno un picciolo molto corto. Il fiore è bianco, del diametro di circa 1,5 cm e presenta 5 petali. Il frutto è una capsula globosa. E’ diffusa praticamente ovunque, dalla pianura fino a 1500 metri, con preferenza per i terreni coltivati, i margini dei sentieri, i terrapieni ferroviari. Cresce in pieno sole. Si consumano le cime tenere con tutto il fusto, e le sole foglie raccolte nella parte più bassa. La raccolta delle cimette impedisce la fioritura e allunga la durata produttiva della pianta.

Raccolta di strigoli, da consumare crudi o cotti



Che cosa mettere nell'orto

28 Pagine. Formato 15x21 cm. Illustrato
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Quando ci accingiamo coltivare un orto abbiamo in mente alcuni ortaggi principali, quelli solitamente più presenti sulla nostra tavola, e ignoriamo che la gamma di varietà è veramente vasta. Molti credono che l’orto rappresenti una attività da iniziare in primavera terminare alla fine dell’estate: invece, ci sono moltissimi ortaggi che possono esser coltivati anche l’inverno, semmai con dei piccoli accorgimenti per preservarli dal gelo. Molti altri rimangono stupiti quando affermo che ci sono almeno un centinaio di ortaggi diversi, considerando solo le varietà principali. Questo libricino, per le sue dimensioni e le sue finalità, non vuole essere esaustivo ma vuole offrire una prima base di valutazione e conoscenza.
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Gli stridoli non sono usati in erboristeria se non forse raramente, ma lo sono molto per usi alimentari. Questa piantina è considerata molto prelibata; le foglioline giovani si possono consumare crude o cotte, per esempio nelle frittate o nei minestroni. La semina si fa in autunno oppure a fine inverno. La raccolta avviene da settembre per le semine primaverili, e può proseguire  fino alla fioritura che avviene in marzo-aprile.

Il nome (Silene) pare che derivi dal greco sialon, cioè saliva: questo perché spesso la pianta è attaccata da un insetto detto sputacchino, che produce una specie di schiuma per sua protezione. Le cronache raccontano che verso il 1680 una invasione di cavallette distrusse tutte le coltivazioni sull’isola spagnola di Minorca, e gli abitanti riuscirono a sopravvivere proprio cibandosi abbondantemente di questa piantina.

Fiori e foglie di Silene vulgaris


Dove trovare i semi

I semi sono venduti per corrispondenza da diversi produttori di sementi tra i quali  Ingegnoli   http://www.ingegnoli.it/silene-inflata.html

 


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