martedì 21 gennaio 2014

Come coltivare le lattughe invernali

Come coltivare le lattughe invernali
 

La lattuga è un ortaggio gustoso e di facile coltivazione, che può dare verdura fresca anche nei mesi invernali. Occorre, però, fare attenzione alle varietà che si coltivano, perché sono legate alle stagioni. Esistono varietà di lattughe estive ed autunnali, come anche primaverili ed invernali. In questo post parliamo di quelle invernali, in favore di chi volesse cominciarne da subito la coltivazione

La lattuga è tra gli ortaggi più coltivati, e ne esistono in commercio centinaia di varietà. Sostanzialmente possiamo dividerle tutte in tre grandi gruppi: Le lattughe a cespo, quelle romane e quelle da taglio.

Lattuga Canasta
 

La lattuga a cappuccio ha un cespo globoso, compatto, con foglie avvolgenti; il cappuccio può essere più o meno consistente, a seconda della varietà.
Le lattughe romane hanno il cespo eretto, allungato verso l’alto e più o meno serrato.
Le lattughe da taglio hanno un cespo aperto, privo di palla, con le foglie disposte a rosetta. Si possono seminare quasi tutto l’anno, ma nei mesi invernali vanno sistemate in coltura protetta. Si usa coltivare la lattuga da taglio in vasi o contenitori che rendano più agevole la raccolta, ma può essere coltivata anche in piena terra curando molto la livellazione del piano di semina.

Piantine di Canasta pronte al trapianto
 

Per quanto riguarda le lattughe a cappuccio e quelle romane, le varietà precoci a giorno corto si possono seminare in serra da novembre a febbraio.  La semina si può fare direttamente in terra oppure in vivaio, trapiantando poi le piantine ottenute. Per i nostri orti invernali il consiglio è di acquistare delle piantine già pronte, che costano pochissimi centesimi ed evitano quel lavoro stressante e complicato consistente nel produrre delle piantine d’inverno, a meno che si possieda una serra riscaldata. Le piantine acquistate sono sane e robuste e possono essere messe in campo predisponendo una protezione per il freddo notturno e le eventuali gelate.

Lattuga White Boston
 

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A seconda della zona d’Italia in cui si vive, sarà possibile una protezione sommaria con la stesura sulle piante di un telo di tessuto non tessuto nei momenti più freddi, o con l’installazione di piccoli tunnel consistenti in telo PVC steso su archetti metallici. Può essere utilissimo pacciamare il terreno con del telo plastico nero, che di giorno assorbe la luce solare e riscalda il terreno (oltre a contrastare la crescita delle erbe infestanti).Poche piante possono essere protette di notte coprendole con cappucci di plastica, vasi rovesciati, o anche, quando le piantine sono ancora piccole, coprendole con delle bottiglie di plastica tagliate a metà in modo da formare una piccola campana protettiva.

Lattuga Regina dei Ghiacci
 

Le varietà coltivate in questo modo si raccolgono da gennaio a marzo, assicurando verdure fresca durante l’inverno. L’irrigazione può essere decisamente ridotta o annullata. Anche la concimazione va ridotta perché il metabolismo rallentato della pianta n on consente lo sfruttamento del concime apportato. Anzi, è possibile che i nitrati restino nella pianta e si trasferiscano al nostro organismo., Per questo, d’inverno è opportuno non raccogliere l’insalata se non sono trascorsi almeno 20-30 giorni dall’ultima concimazione.

Lattuga Meraviglia delle 4 stagioni
 

Il terreno deve essere preparato con una vangatura: se quella parcella è stata concimata nella primavera precedente non occorre apportare altro concime, come pure non serve concimare se il terreno viene coltivato per la prima volta e non si tratta di un terreno sabbioso povero. Negli altri casi potete spargere, prima della vangatura, dello stallatico pellettato (200-300 gr per mq) o del granulare comune da orto, 100 gr per mq.

Lattuga Redcross
 

Lavorando il terreno formate delle prode rialzate sulle quali pianterete la lattuga, in modo che le eventuali piogge non mandino le piantine sottacqua. E’ consigliabile coprire le prode con del telo nero e usare piantine allevate in vivaio per l’impianto.

Lattuga romana verde d'inverno
 

Acquistando le piantine già pronte presso i garden center non avrete il problema di badare alla varietà perché certamente saranno piantine adatte alla stagione; purtroppo potrà accadere che non sappiate neppure di quale varietà si tratta, perché spesso non viene segnalata.
Allevando le piantine in proprio si ha il grande vantaggio di poter scegliere tra moltissime varietà, anche se bisogna mettere in bilancio i possibili insuccessi; tra le piantine ottenute scegliere sempre solo le migliori, perché quelle piccole fin dall’inizio resteranno tali fino alla fine del loro ciclo vitale.
Le piantine si trapiantano quando hanno 5-6 foglie e sono alte almeno 5-7 cm. Per chi vuole seguire le fasi lunari, la lattuga a cespo o quella romana si seminano e si trapiantano in luna calante, per contrastare la fioritura precoce.
Bisogna notare però che ogni squilibrio può indurre la fioritura precoce: temperature di coltivazione più alte o più basse di quanto previsto per le lattughe (che deve essere compresa tra i 15 e i 20 °C) come pure irrigazioni irregolari inducono facilmente nelle piante il fenomeno.

Lattuga Cocarde
 
Alcune varietà

Canasta
Adatta a coltivazioni primaverili, estive o autunnali. Cespo di buone dimensioni, foglie esterne rosso-vinato, ondulate, bollose, frastagliate. 

White Boston
Semina da gennaio-febbraio. 

Regina dei ghiacci
Semina da gennaio-febbraio.

Redcross
Si semina anche d’inverno, sotto tunnel, per primizia. Cespi di 400-550 grammi. Buona resistenza alla salita a seme. 

Rossa di Trento, o Ubriacona
Ottima per le coltivazioni sotto tunnel.

Lattuga romana verde d’inverno
Testa serrata, molto voluminosa, resistente ai freddi. Semina autunnale, raccolta invernale-primaverile.

Cocarde
Simile alla Foglia di quercia, verde scuro con sfumature sul ciano. Si coltiva tutto l’anno.

Lollo rossa (Gentilina)
Cespo compatto, foglie arricciate, tenere, croccanti. Si semina sotto tunnel a fine inverno.  

Inoltre: Appia, Florion,  Verian,  Perlane, Meraviglia d’inverno,  Meraviglia delle quattro stagioni, ecc.

Lattuga Lollo o Gentilina
 
 
 
 
 
 
 
 
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Coltivare gli asparagi partendo dalle zampe o dal seme

Coltivare gli asparagi partendo dalle zampe o dal seme
L’asparago si può coltivare partendo dal seme o dalle zampe, cioè da radici già formate di uno o più anni. La tecnica di coltivazione dell’asparago è particolare, ma una asparagiaia ben formata può continuare a produrre anche per vent’anni. In questo articolo esaminiamo la coltivazione dal seme o dalle zampe

L’asparago è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Gigliacee. La parte sotterranea consiste in un rizoma corto e ingrossato, strisciante, da cui si dipartono delle radici fascicolate e, sopra terra, dei polloni, detti turioni, cioè gli asparagi. Il fusto che deriva da ogni turione è alto circa un metro o più, ed è fittamente ramificato. Il frutto dell’asparago è una bacca rossa grande più o meno come un pisello, contenente da 1 a 4 semi. La parte che si consuma dell’asparago sono i turioni appena spuntati dal terreno, quando sono ancora teneri e carnosi.

Asparagi
Asparago d'Argenteuil (Dal catalogo Ingegnoli)

Gli asparagi (i turioni) si consumano cotti, cucinati in vario modo. L’asparago ha proprietà diuretiche, aperitive, calmanti cardiache; contiene vitamina A e C e vitamine del gruppo B. E’ una pianta coltivata fin dall’antichità, originaria della Mesopotamia. In Italia fu introdotta dei greci. E’ un ortaggio pregiato, pur non avendo particolari esigenze di clima e terreno. La sua scarsa diffusione deriva dalla tecnica di coltivazione piuttosto laboriosa e dal lungo tempo necessario ad avere il prodotto. Queste difficoltà non dovrebbero spaventare chi ambisce ad avere un orto di classe, ricco di varietà.

Asparagiaia
Una asparagiaia in produzione

Oltre agli asparagi coltivati, ne esistono varietà selvatiche, che si trovano un po’ dappertutto e hanno un calibro molto più fine delle varietà coltivate.

Queste si distinguono per alcune caratteristiche, come per esempio la dimensione del turione, l’uniformità del calibro, il colore che può andare dal bianco-rosato, al verde, al violaceo, la precocità.

Asparagi
Asparagi nelle diverse fasi di crescita

L’asparago è di larga adattabilità e può resistere sia al freddo che al caldo,ma preferisce il clima temperato. Cresce ottimamente alla temperatura di 15-20 °C, e poco o  nulla sotto i 10 °C.  La temperatura minima di germinazione dei semi è di  è di 12 °C. Il terreno preferito è quello con pH neutro (6,5-7) fresco e soffice, ben drenato e privo di ciottoli. L’esposizione è quella soleggiata.  

Bacche di asparago, contenenti i semi
Le bacche di asparago contengono i semi


Moltiplicazione dell’asparago e produzione delle zampe tramite la semina

Chi ha tempo di attendere può partire dal seme, e produrre in proprio le zampe  da mettere a dimora l’anno successivo. La scelta della varietà va fatta con cura, preferendo, se si conoscono, quelle già coltivate in zona e che hanno dato buoni risultati in termini di longevità e resistenza alle malattie. La semina si fa in marzo-aprile, disponendo i semi alla profondità di 10-15 mm su file distanti 40 cm tra fila e fila,  e distanti 5 cm tra seme e e seme. La piantina emerge dopo 25-30 giorni, se la temperatura è favorevole. Questo tempo di germinazione è lento, si può accelerare di mettere a bagno in acqua tiepida i semi dalla sera prima per un paio d’ore, avvolgendoli poi in un telo bagnato.

Asparagi
Asparagi. A destra, il Bianco di Bassano

Dopo la semina rullate il terreno, o comunque compattatelo anche con la pressione leggera della scarpa. Un paio di mesi dopo si diradano le piantine, lasciandone una ogni 10-15 cm. Se necessario durante il periodo estivo irrigate e sarchiate. Potete somministrare del nitrato in copertura, un paio di volte durante la crescita. In autunno cimate le piantine a 5-6 cm dal suolo, eliminando tutta la parte fogliare. Nella primavera successiva le radici, dette zampe, si estirpano per essere trapiantate.

Asparagi
Asparago Eros, dal catalogo Ingegnoli

Coltivazione partendo dalle zampe

Le abbiate prodotte voi o le abbiate acquistate,  potete mettere a dimora le zampe (di almeno un anno) da ottobre a marzo. Nelle regioni fredde scegliete il periodo che va dalla fine dei geli all’inizio della primavera.

Prima di ciò, dovete creare la vostra asparagiaia.

Su un terreno lavorato precedentemente fino alla profondità di 50/60 cm (con una vangatura doppia) e arricchito di sostanze organiche, si ricavano delle fossette e degli arginelli, come illustrato nel disegno in basso. Le fossette sono profonde 20-25 cm, larghe 60 cm e poste alla distanza di 70 cm una dall’altra, lunghe a piacere. La terra di scavo delle fossette si accumula tra una fossetta e l’altra, ricavando così dei colmi detti arginelli.

Creazione della asparagia-1
L'asparagia si dispone in un sistema di fossette e arginelli. Gli arginelli sono ricavati accumulando nelle interfilela terra delle fossette

Sul fondo delle fossette, quale concimazione di impianto, si stratifica del letame maturo bovino, equino od ovino per circa 5 cm di altezza, o in mancanza stallatico pellettato per circa 3 cm di altezza.  Su questo stato si dispongono le zampe disponendole a quinconce (vedi il disegno) alla distanza di 40 cm tra pianta e pianta. Si copre poi il tutto con altri 5-10 cm di terra, lasciandola cadere dagli arginelli.

Queste misure di impianto consentono la produzione di asparagi grossi, ma se si vogliono ottenere asparagi grossissimi (varietà adatte) mettete le zampe a 80 cm una dall’altra. Le zampe vanno preparate tagliando le radici troppo lunghe. Prima di ricoprirle piantate una cannuccia in corrispondenza di ogni zampa, in modo che sappiate con precisione dove si trovano.

Creazione della asparagiaia-2
Le distanze da rispettare: fossette profonde 20 cm e larghe 60 cm, arginelli larghi 70 cm

Cure successive

 

Nel primo anno di impianto si fanno sarchiature frequenti e qualche innaffiatura, se necessaria.  In caso di siccità potete lasciar cadere un po’ di terra dagli arginelli, creando uno strato protettivo. Nell’autunno, gli steli ingialliti si tagliano a circa 12 cm da terra, e si toglie un po’ di terra attorno alle piante rimettendola sugli arginelli, in modo che le zampe restino coperte, come all’origine, da 5 cm di terra e non più. Questo per evitare che in caso di pioggia si concentri attorno alle zampe una umidità eccessiva.

Creazione della asparagiaia-3
Il sesto di impianto della asparagiaia. Le zampevanno disposte a quinconce, a 40 cm una dall'altra. Per aver easparagi molto grossi disporre le zampe in fila singola, a 80 cm una dall'altra ma sceglier evarietà adatte

Nel secondo anno, in febbraio.marzo, si tagliano i mozziconi rimasti e si interrano leggermente le zampe facendo cadere qualche centimetro di terra dagli arginelli. Nel corso dell’anno si eseguono sarchiature ripetute, e sul finire dell’estate si eliminano le cime dei fusti. In autunno, come nell’anno precedente, si taglia tutto il fogliame a 12 cm dal suolo e si scalzano un poco le piante, lasciandole coperte solo dai soliti 5 cm di terra.

Creazione della asparagiaia-4
Disporre nelle fossette uno strao di 5 cm di letame, sul quale vanno collocate le zampe coprendole poi con 5 cm di terra

Nel terzo anno, in marzo-aprile, si tagliano i mozziconi e si ricoprono le piante con uno strato di terra alto 18-20 cm, praticamente eliminando gli arginelli. Durante la primavera di questo terzo anno si potrà fare una prima raccolta limitandola a due-tre asparagi per zampa.

Negli anni successivi, in primavera, si concima l’asparagiaia spargendo circa 60 gr di perfosfato, 40 di solfato potassico e 15 di nitrato sodico per metro quadrato. Fate poi uno straterello di terra per coprire il concime.

Asparago
Asparago Mary Washington, dal catalogo Ingegnoli
 
 
 
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La scarola è una indivia adatta anche ai periodi meno caldi

La scarola è una indivia adatta anche  ai periodi meno caldi

La scarola appartiene alla brande famiglia delle cicorie, nella categoria delle indivie che condivide con l’indivia riccia. Diversamente da questa, la scarola ha foglie lisce. E’ una pianta che può raggiungere grandezze e pesi insoliti per una insalata. Può essere consumata sia cruda, da giovane, che cotta, quandio raggiunge il completo stadio di maturazione

La scarola è una pianta erbacea biennale, perché il primo anno produce il cespo ed il secondo i fiori ed i semi. dal momento che solitamente si è interessati al consumo, dal punto di vista di  molti coltivatori viene considerata come pianta annuale e raccolta già dal primo anno.

Scarola Bubikopf

La parte commestibile della scarola è il cespo, formato da moltissime foglie raccolte a rosetta, più compatte nella parte centrale (il cuore). Queste foglie centrali tendono a imbiancare naturalmente, per cui la pianta pronta alla raccolta presenta l’aspetto tipico illustrato nelle foto. Molti usano imbianchire manualmente la scarola, raccogliendo le foglie ben asciutte all’interno di un foglio di plastica nera e legandole  un paio di settimane prima della raccolta. Questo rende tutto il cespo più bianco e croccante.

Scarola Casco d'oro

La foglie della scarola è costituita da una nervatura centrale e da un ampio lembo liscio, poco ondulato o poco increspato. La riproduzione della scarola avviene per seme.

Le diverse cultivar di scarola si distinguono sulla base di queste caratteristiche:

 

Caratteristiche delle diverse cultivar di indivia scarola

Caratteristica

Tipologie

Ciclo vegetativo

Precoce o tardivo

Dimensione del cespo

Piccolo o voluminoso

Portamento della pianta

Eretto o espanso

Colore delle foglie

Dal biondo alle diverse tonalità del verde

La resistenza al freddo

Buona, mediocre

La resistenza a montare a seme

Scarsa, elevata

La capacita  di autoimbiancare

Scarsa, elevata

 

Scarola Full Heart

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Semina della scarola

Un grammo di semi ne contiene circa 600, che hanno una durata germinativa di 4 anni, per cui occorre prendere visione della scadenza segnata sulla bustina, al momento dell’acquisto. Diffidate di semi regalati se non siete sicuri che siano freschi. Il terreno preferito è quello di medio impasto, con pH compreso tra 6,5 e 7,5, cioè il classico terreno da orto. L’esposizione deve essere soleggiata, al massimo la pianta tollera un mezzo sole abbondante.

L’impianto  si può fare seminando direttamente in campo, oppure trapiantando piantine coltivate in precedenza, come è preferibile per gli orti dove le piantine sono relativamente poche.

Seminate in contenitori alveolari di 3 cm circa di diametro o lato, riempiti con terriccio da semina moderatamente pressato. Lasciate cadere in ogni alveolo 5-6 semi, considerando che la germinazione è del 60-70% circa.

Quando le piantine emerse saranno alte un paio di centimetri provvedete al diradamento, lasciando in ogni alveolo solo la piantina più bella.

 

Periodi di semina e raccolto della scarola

Semina

Raccolto

Marzo

Giugno

Aprile

Giugno-luglio

Maggio-giugno

Agosto-settembre

Luglio

Settembre-ottobre

Agosto

Ottobre-novembre

Settembre

Dicembre-febbraio

Ottobre-novembre

Aprile-maggio

 

Scarola Cornetto di Bordeaux

Il trapianto si fa quando le piantine sono alte almeno 8 cm ed hanno almeno 3-4 foglie. Estraete le piantine dagli alveoli badando bene a non rompere il pane di terra (occorrerà quindi che siano ben radicate) e trasferitele subito in terra, innaffiando abbondantemente. Le piantine vanno interrate esattamente alla stessa altezza di quando erano nel vivaio. Se la zolla si rompe e le radici restano esposte, tagliare le foglie a due cm dal colletto per facilitare la ripresa: la pianta poi ne emetterà rapidamente delle nuove. Fate i trapianti sempre al tramonto

Scarola verde fiorentina

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La semina va fatta rispettando delle distanze che inizialmente possono sembrare eccessive, guardando alla piccolezza delle piantine: disponete le piante su delle file rialzate in modo da evitare i ristagni di acqua, poste a 40-50 cm una dall’altra; la stessa distanza dovrà essere mantenuta tra le piante sulla fila, perché crescendo ,la scarola può superare il diametro di 40 cm.

Se disponete di un sovrannumero di piantine, o avete poco terreno, potete seminare più fitto, fino a 20 cm tra pianta e pianta, restando inteso che quando cominceranno a darsi fastidio a vicenda raccoglierete una metà delle piante che, se pure ancora immature, saranno comunque già commestibili:in questo modo darete il giusto spazio di crescita a quelle rimaste.

Scarola verde a cuore pieno

La scarola richiede l’eliminazione delle erbe infestanti, utilizzando un sarchiello, ma non si rincalza perché il colletto deve sempre rimanere scoperto. L’irrigazione deve essere abbondante, curate che il terreno resti sempre umido ma non bagnato. Ricava grande beneficio dalle coltivazioni azotate di superficie, ma non bisogna esagerare. Sono sufficienti 30 grammi di concime azotato per metro quadrato, distribuito lungo le file una volta ogni quindici giorni.

Nella preparazione dle terreno non utilizzate il letame che potrebbe dare cattivo sapore e creare marciumi radicali. Piuttosto, seminate o trapiantate nei terreni letamati l’anno precedente per la coltivazione di pomodori, peperoni, cavoli.

Dal momento del trapianto sono necessari 70-100 giorni per ottenere il prodotto.

La produzione può essere di 2-3 kg per metro quadrato, considerando che il peso medio di un cespo può variare dai 250 ai 400 grammi.  Difendete le aiuole dalle lumache con dei metodi biologici, come strisce di cenere o trappole alla birra, come descritto nel post:

Combattere le lumache nell’orto con metodi biologici

Scarola Gigante degli ortolani
 


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Coltivare il gombo, un ortaggio emergente conosciuto come anche Okri, Bamja o Quiabo

Coltivare il gombo, un ortaggio emergente conosciuto come anche Okri, Bamja o Quiabo
Sono molti i nomi con cui viene conosciuto questo strano ortaggio: la loro diversità deriva dai diversi luoghi di provenienza. In effetti la coltivazione di questo ortaggio in Italia è ancora sporadica; per lo più viene diffuso da immigrati che lo consumavano nella loro patria, per quanto ne sia stata tentata la coltivazione industriale anche da noi
 

Comunemente conosciuto come Gombo, molti lo chiamano Okra o anche Okri, e altri Ibisco, altri ancora Abelmosco. Si tratta dell’ Abelmoschus esculentus. Si coltiva  dal Lazio in giù, ma può essere coltivato anche negli orti del nord, nella Pianura Padana e oltre.

Il caratteristico fiore del gombo
 

Da qualche anno ho cominciato ad offrire i semi di gombo sui miei blog, come omaggio agli acquirenti dei miei libri; l’interesse per questo ortaggio di cui comunemente si sa pochissimo mi spinge a dare alcune informazioni sulla sua coltivazione, anche se questo non è il periodo  adatto. Infatti il gombo è una pianta da climi caldi, che in Italia possiamo seminare solo a primavera inoltrata, preferibilmente in maggio.

Un gombo sezionato
 


Coltivare il Gombo
Un ortaggio dai molti nomi: Okri, Bamia, Quiabo

 

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Il gombo, che cos’è. Provenienza. Habitat. I nomi. Proprietà ed effetti. Varietà. Esigenze di coltivazione in Italia: innaffiatura, concimazione, pacciamatura, sfogliatura, rincalzo, scerbatura, potatura, tutoraggio. Semina: preparazione del terreno, semiona diretta, semina in vivaio, diradamento, quanti semi, quando spunta. Il trapianto. Parassiti e malattie. Raccolta, utilizzo, conservazione. Il gombo in cucina. Alcune ricette. Dove trovare i semi. Indice analitico.
PER SAPERNE DI PIU'
 

 

Predisponete in piccolo vivaio con vasetti singoli pieni di terriccio, nei quali potrete collocare un seme. Quando le piantine saranno alte almeno dieci centimetri le potete collocare in campo, alla distanza di 40 cm una dall’altra, su file distanti circa 70 cm.
Però bisogna tenere conto del fatto che esistono molte varietà di gombo, alcune alte fino a un metro e mezzo, altre, come quelle riprodotte nell’ultima foto di questo post, alte fino a 5 metri.

I frutti del gombo vanno raccolti non più lunghi di 7-8 centimetri
 

Il gombo è adattabile in quanto  terreno, che però non deve essere troppo umido: la pianta deve essere ben esposta al sole perché proviene da climi caldi, anche se risulta che sia coltivata con successo in paesi come l’Albania e il Giappone.

I baccelli secchi liberano i semi
 

Le sue esigenze in fatto di irrigazione e concimazione sono abbastanza semplici, ma non vanno trascurate. Innaffiate regolarmente e concimate con poco azoto per non avere piante che danno solo foglie

Semina del gombo
 

La raccolta deve essere sollecita. Il gombo emette dei fiori molto belli, simili a quelli dell’ibisco. In pochissimo tempo il fiore si trasforma in frutto e questo in un paio di giorni raggiunge dimensioni tali da non renderlo più commestibile. Il gombo infatti, per essere gradevole, deve essere raccolto e consumato non più lungo di 7-8 cm: oltre questa dimensione diventa gelatinoso all’interno.

Piantine di gombo appena germinate
 


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Esistono migliaia di varietà coltivate di peperoncino. Si tratta di una spezia amata e diffusa in tutto il mondo, attorno alla quale si è sviluppata una cultura che vede impegnati migliaia di appassionati. Spesso questi si tramutano in veri e propri collezionisti di varietà , molte delle quali si contendono la palma di peperoncino più piccante al mondo. Dopo una lunga permanenza dell’Habanero ai vertici del Guinness dei Primati, ora è la volta del Bhut Jolokia. Questo libro introduce in modo semplice ma completo all’affascinante mondo dei peperoncini e alla loro coltivazione: anche un piccolo terrazzo può essere sufficiente.
  
SAPERNE DI PIU'
 

 

Il gombo si consuma come i fagiolini, bollito e condito in modi diversi, oppure può entrare a far parte dei minestroni di verdura. Raccolto e pulito può essere congelato crudo e messo a bollire al momento dell’uso ancora congelato.

Piantina trapiantata in campo
 
Frutti di gombo lasciati ingrossare per la raccolta dei semi
 
Una pianta di gombo che ha raggiunto l'altezza spettacolare di 5 metri
 
 


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